Revisioni, ecco il Certificato che fa chiarezza sui km dei veicoli

Il significato di revisione dei mezzi non lascia dubbi: “è una procedura di controllo dei veicoli, finalizzata a verificarne le condizioni di sicurezza, il livello di emissioni inquinanti e la rumorosità, che devono risultare conformi agli standard prescritti da normative internazionali e nazionali”.

Un metodo importante, dunque, per monitorare i mezzi che circolano sulle strade di tutta Italia. Però, per chi non lo sapesse, dal prossimo 20 maggio, cambieranno alcune norme relative alla revisione. Il Ministero dei Trasporti, infatti, entro la data citata poc’anzi, dovrà accogliere nel proprio ordinamento legislativo la norma europea 2014/45 che disciplina appunto il controllo dei veicoli. Tale legge prevede l’introduzione di un documento, chiamato Certificato di revisione, contenente tutti i dati dei mezzi in questione durante “l’ispezione”, come il chilometraggio.

Su questo argomento, Raffaele Caracciolo, responsabile del settore auto dell’Unione Nazionale Consumatori, a Il Fatto Quotidiano, afferma: “Questa direttiva europea stimola gli Stati membri dell’Unione a migliorare le revisioni periodiche dei veicoli con regole più severe sia per il personale che effettua gli interventi sia per il proprietario dell’auto che diventa garante dello stato della sua vettura”.

Inoltre, con questa disposizione, tutti gli Stati dell’Unione Europea, in occasione del passaggio di proprietà, potranno anche disporre l’aumento del numero di revisioni per quei veicoli modificati e incidentati. Stessa identico discorso per i mezzi che hanno oltrepassato i 160.000 km di percorrenza.

La norma dell’UE, tuttavia, intende far chiarezza anche sull’annosa questione revisione e riparazione, evitando così conflitti di interessi che potrebbe nascere nel corso degli anni. Come riporta testualmente il portale pneurama.com, gli allegati IV e V elencano regole ben precise di indipendenza e criteri molto stretti di supervisione da parte dell’Autorità governativa. Il significato è che “gli stati membri dovrebbero conservare la responsabilità dei controlli tecnici in ogni caso anche se il sistema nazionale consente di autorizzare a effettuare controlli tecnici soggetti privati, compresi quelli che effettuano anche riparazioni di veicoli”.

Seguendo tutte queste info, adesso la palla passa allo Stato Italiano che ha tempo fino al 20 maggio di quest’anno per attenersi a questa norma. Ricordiamo, comunque, che le regole dovranno essere seguite dal 20 maggio 2018.

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