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Lancia, la collezione di via Caraglio merita un museo

Un intervista a Raffaele Terlizzi, segretario del Lancia Club e curatore di molti restauri di modelli storici Lancia. Le sue parole ci hanno fatto tornare in mente tanti modelli storici del marchio torinese ultra centenario. Raffaele Terlizzi ha raccontato nei minimi particolari la fine del museo Lancia di via Caraglio e lo spostamento delle auto a Beinasco.

Terlizzi è stato segnato dal marchio torinese nella sua vita. Prima collaudatore, poi dal 2007 tra i responsabili del Centro Storico FIAT ed infine gestore della Collezione Lancia fino al 2018, anno in cui è andato in pensione. Nelle parole di Terlizzi, che vi facciamo ascoltare nel seguente video, si sente tutta la passione di chi ha visto crescere e vincere Lancia e che ora può solo ammirarne il passato.

Parole di un grande appassionato che vuole tramandare la cultura del marchio Lancia ai giovani. “Non importa se hai la Delta Integrale o una Prisma, sei comunque al volante di una vettura con un passato importante che deve essere tramandato alle nuove generazioni.

La passione deve unire lancisti e non solo, mettere insieme tutti gli appassionati di Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Autobianchi per un unico scopo. Portare avanti il passato nella speranza che nel futuro possano rinascere i miti che furono.

Oggi la collezione oggi a Beinasco meriterebbe una nuova sede, un museo più grande e spazioso che dia il giusto spazio alle decine di vetture conservate, molte delle quali funzionanti e rimesse a nuovo proprio dal duro lavoro di Raffaele Terlizzi. Alcuni esempi sono la Lancia D50 da formula 1, la D25, e la LC2, mostruosa vettura da gara, restaurata e collaudata su pista. Molti altri pezzi storici sono raccolti in questa splendida collezione.

Ed ancora diverse Delta Integrale, Fulvia, 037 e mezzi del passato coma la Trevi VX Bimotore, la Lambda, la Aurelia B24 spider e la Alpha. Ringraziamo gli amici di SaveLancia per averci segnalato il video e per il sostegno che stanno dando insieme a migliaia di appassionati per fare in modo che questo storico marchio non muoia.

Giuliano Belfiore