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Marchionne lascia FCA: successi e sconfitte nei 14 anni di presidenza

Ormai la notizia ha fatto il giro del mondo. Sergio Marchionne non è più l’amministratore delegato di FCA. La decisione è stata presa a causa di un repentino peggioramento delle sue condizioni di salute. Marchionne è ricoverato da una ventina di giorni nell’Ospedale di Zurigo. L’ormai ex AD di FCA era stato ricoverato per un’operazione ala spalla, ma proprio negli ultimi giorni la convalescenza non ha dato i frutti sperati e la situazione si è fatta piuttosto seria.

La sua destituzione da AD di FCA e le parole pronunciate da John Elkann non fanno pensare a nulla di buono: “il Dr. Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa“. Circolano addirittura voci (precisiamo che non sono fondate) di uno stato comatoso irreversibile. In ogni caso ora la guida di FCA è passata a Mike Manley. Manley, classe 1964, era l’attuale presidente del marchio Jeep ed era entrato nel Group executive council (Gec) di Fca il primo settembre scorso.

La guida di Ferrari passa invece a Louis Carey Camilleri. La decisione improvvisa di un cambio ai vertici di FCA avrà sicuramente ripercussioni in borsa nei prossimi giorni. Una scelta, quella di “congedare” Marchionne, quasi obbligata. L’ultima apparizione in pubblico di Marchionne risale al 26 giugno scorso, quando era stata consegnata all’Arma dei Carabinieri una Jeep Wrangler da utilizzare per il pattugliamento delle spiagge romagnole.

Marchionne era da ben 14 anni alla guida di FCA. I risultati ottenuti in quasi 3 lustri sono senz’altro eccezionali ed innegabili. Restano comunque alcune lacune che molti appassionati non gli hanno mai perdonato. In 14 anni prima in Fiat e poi alla presidenza di FCA la capitalizzazione è passata da 5,5 miliardi di euro (nel 2014) agli attuali 60. Anche i ricavi sono triplicati passando dai 47 miliardi del 2004 ai 141 del 2017.

Nell’era Marchionne sono nate auto celebri come la Fiat 500, la Jeep Renegade, la Maserati Levante, l’Alfa Romeo Giulia. Dalla morte di Umberto Agnelli, l’ex AD di FCA ha saputo risanare un’azioenda vicina al fallimento. Il bilancio del 2003 presentava infatti un rosso di 2 miliardi di euro ed una perdita operativa di 500 milioni. Le altre conquiste di Marchionne sono l’abbandono della joint-venture con GM e l’acquisto di Chrysler nel 2009 durante la presidenza Obama.

Ora FCA occupa il settimo posto tra i grandi costruttori di auto al mondo ed entro il 2022 vi saranno ulteriori e grandi cambiamenti. Inizia anche per FCA l’era dell’ibrido e dell’elettrico, sono stati annunciati 9 miliardi di euro di investimenti in tal senso. Alfa Romeo e Maserati sono in rampa di lancio. l’obiettivo è quello di vendere 400 mila unità di Alfa Romeo e 100 mila di Maserati antro i prossimi 4 anni e mezzo.

Per fare ciò in Alfa Romeo nasceranno le sportive GTV ed 8C ed arriveranno due nuovi suv, posti al di sopra ed al di sotto della Stelvio. Basta auto che vendono poco, addio alla Mito ed alla 4C, ora solo modelli che permettano utili. Lo stesso discorso è stato fatto per Maserati. In arrivo la sportiva ibrida/elettrica della Casa del Tridente (la Alfieri?) che rimpiazzerà Granturismo e Grancabrio. Spazio anche ad un secondo suv più piccolo della Levante e tante novità per Ghibli e Quattroporte.

Marchionne ha stupito in positivo anche con Jeep. In soli 5 anni l’azienda di proprietà FCA è passata da 350 mila auto vendute ai 2 milioni che si prevedono per quest’anno. Merito di scelte di mercato che hanno colto in pieno le richieste del momento. Spazio ai suv di media/piccola taglia. Sono innegabili i successi della Renegade e dell’ultima nata Compass. A breve ci aspettiamo un terzo modello che andrà a sostituire Punto e Panda negli stabilimenti produttivi italiani.

Il novo piccolo suv di fattura italiana e stemma Jeep dovrebbe portare il marchio americano a 2,5 milioni di auto vendute per il 2020. Infine, tra gli aspetti positivi dell’era Marchionne in FCA non si può tralasciare la crescita di Ferrari. Non tanto come vendite, ma come prestigio. Il marchio Ferrari è considerato uno dei più prestigiosi al mondo. Ferrari è il simbolo dell’auto sportiva e la base fondante della Formula 1 odierna. Senza Ferrari la F1 forse non esisterebbe più.

Se Marchionne ha avuto successo in gran parte dei suoi intenti, di certo non possiamo negare come alcuni pezzi fondamentali di FCA gli siano “caduti per strada”. Fiat in primis, che sarà fatta solo da Panda e 500 (e loro derivate). Non condividiamo il fatto che un’azienda italiana così importante sia stata innegabilmente (e volontariamente) oscurata. Perche rinunciare alla Punto, quando tutti i costruttori hanno risultati eccellenti nel segmento B? Perchè abbandonare (o quasi) le vetture di taglia media/grande visto che sembra che non ci sarà un dopo Fiat Tipo?

Perchè portare tutta la produzione della Panda all’estero? Perchè perdere la nostra ITALIANITA’? E se Fiat comunque avrò un futuro grazie anche alla 500 che dovrebbe nascere nella versione a batteria entro qualche anno, come la mettiamo con Abarth e Lancia?

Il marchio dello Scorpione altro non è che una costola di Fiat. Ma se Fiat avrà solo 500 e Panda, cosa ci aspettiamo da Abarth? In forse c’è la Abarth 500X e poi? Se Punto e Mito sono state eliminate perchè poco redditizie non c’è il rischio che succeda lo stesso ad Abarth?

La situazione Lancia è ancor peggiore. Nulla si è detto e nulla c’è per il futuro. Rimarrà un marchio mitico destinato ai nostalgici di vetture come Delta, Stratos, Thema, Fulvia, Beta etc. Nemmeno in questo valzer di sostituzioni dovuto all’addio di Marchionne ad FCA non si è menzionata Lancia. Un blocco di marmo destinato a rimanere tale, senza luci e senza proposte.

Giuliano Belfiore