MotoGP, Ducati occasione d’oro: carte in regola per aprire un’epoca

Cosa rende la Ducati un’azienda e una moto vincenti? Le osservazioni di alcuni grandi campioni e manager della MotoGP.

Pecco Bagnaia (LaPresse)
Pecco Bagnaia – Motori.News

Ducati si presenterà ai nastri di partenza da grande favorita per il titolo mondiale 2023. Dopo una stagione strepitosa e costellata di vittorie, pole position e la leadership nelle classifiche piloti, costruttori e team, Pecco Bagnaia ci riproverà, affiancato dal neo arrivato Enea Bastianini. La Desmosedici GP è diventata il punto di riferimento sulla griglia della classe MotoGP: “È sempre una questione di risultati. E adesso, tutti i migliori piloti vorrebbero guidare una Ducati. Un tempo non era così“, ha detto Loris Capirossi a ‘La Gazzetta dello Sport’.

L’ascesa del marchio emiliano è anche merito del direttore generale Gigi Dall’Igna, strappato all’Aprilia, e di Andrea Dovizioso, che per tre volte è andato vicino a centrare il Mondiale, dovendosi poi arrendere ad uno stratosferico Marc Marquez che fino al 2019 risultava imbattibile per chiunque avversario e qualsiasi squadra. Ma ora che ha raggiunto l’apice, la domanda che tutti si pongono è se la Ducati riuscirà ad aprire un ciclo vincente. E le risposte sono molto ottimiste…

La grande scalata della Ducati

Pecco Bagnaia e Jack Miller (Ansa)
Pecco Bagnaia e Jack Miller – Motori.News

Livio Suppo è stato manager Ducati ai primordi del progetto MotoGP, prima di passare alla Honda e poi chiudere la stagione 2022 con la Suzuki. Attualmente la Casa emiliana è ben diversa da quelli di 20 anni fa, dei tempi di Filippo Preziosi. “Oggi ha venti anni di esperienza ed, economicamente, le spalle più larghe, finanziariamente è un’azienda differente, e non solo perché fa parte del Gruppo Audi“, ha spiegato Suppo. “Nel 2003 noi eravamo messi abbastanza male, la fabbrica era obsoleta e i numeri di vendite non importanti“.

Bisogna anche sottolineare che all’ascesa dell’azienda emiliana è corrisposta la discesa dei colossi giapponesi. D’altronde con un regolamento tecnico che cambia di anno, basta un nulla per rimescolare le carte in tavola. E’ un po’ la legge dei cicli e ricicli storici. Adesso che la Desmosedici vive il suo momento d’oro bisogna però approfittarne. Non ci sono paragoni in termini di tecnologia e innovazione, come dimostra anche l’ingresso del brand in MotoE con un suo prototipo: “Ogni volta che scendevo in pista per un test, c’era qualcosa di nuovo da provare“, ha ammesso Alex De Angelis che ha più volte testato il prototipo elettrico nel 2022. “Quello che secondo me contraddistingue la Ducati di oggi, è che ha una forza lavoro impressionante“.

Ad intralciare i piani della Ducati potrebbe però esserci, ancora una volta Marc Marquez. Ma la vera incognita non è tanto il campione, seppure reduce da quattro operazioni al braccio destro, bensì la Casa dell’Ala dorata, che dovrà allestire una moto vincente per metterlo in condizione di giocarsela contro le Rosse e non solo. “Con Marc non si sa mai, se recupererà pienamente“, ha sottolineato Loris Capirossi. “Il punto interrogativo non sarà lui, ma la moto che gli darà la Honda“.