MotoGP, Marc Marquez: “Gli ingegneri devono sapere cosa fare”

Marc Marquez arriva a Motegi con l’obiettivo di completare la prima gara dopo il ritorno in pista: le condizioni fisiche iniziano a migliorare.

Marc Marquez (LaPresse)
Marc Marquez – Motori.News

Marc Marquez arriva sul circuito di proprietà della Honda, a Motegi, il primo vero test per il suo fisico e la sua Honda RC213V. Le bresche frenate metteranno sotto stress gli arti superiori del campione, compreso l’omero destro che ha subito quattro interventi negli ultimi due anni. Rientrato ad Aragon, ha iniziato a ritrovare fiducia, ma ancora non può assumere una posizione naturale in moto.

Ha compiuto subito dei passi avanti nelle prestazioni sul giro secco, sul ritmo gara non ha potuto fare verifiche, visto che la sua gara si è conclusa dopo appena un giro a causa dei due incidenti con Fabio Quartararo e Taka Nakagami. La sua condizione fisica oggi è ottimale, ma il circuito di Aragon è più che tecnico che fisico, al contrario della pista giapponese che metterà a dura prova Marc Marquez sin dalle FP1.

Marc Marquez fa visita alla Honda

 

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Un ritorno alle competizioni sfortunato per il campione della Honda, anche se a guardare il bicchiere mezzo pieno può ritenersi soddisfatto. Non ha riportato conseguenze nelle cadute del weekend, il braccio destro ha reagito perfettamente, sente di poter essere veloce e di poter testare le nuove componenti che arriveranno dalla Casa di Tokyo, che qui è solita testare con i suoi collaudatori giapponesi. “Sarà un weekend importante, perché Motegi è una delle nostre piste di prova, qui il test team lavora molto in vista del 2023“.

Il suo fisico lo condiziona ancora e probabilmente sarà così fino a Valencia. Secondo i medici solo in inverno il braccio di Marc Marquez sarà completamente assestato e pensare di muoverlo come meglio crede. “Ad Aragon ho sofferto molto negli allenamenti mattutini, ma poi nel pomeriggio mi sono sentito molto meglio – ha ricordato l’otto volte iridato -. Ma nel pomeriggio è migliorato tutto“.

Si lavora in pista e in palestra, per domare la RC213V serve massa muscolare che negli ultimi mesi ha inevitabilmente perso nel percorso di riabilitazione. Prima di approdare nel paddock Marc ha visitato lo stabilimento HRC per la prima volta dall’inizio della pandemia: “È importante tornare in Giappone, è vero che ci scambiamo e-mail e chiamate, ma vedersi faccia a faccia è diverso. È è stato importante visitare HRC e vedere cosa stanno facendo, soprattutto motivarli“. Ai box si lavora soprattutto sulla moto 2023: “Sono gli ingegneri a sapere in quale direzione andare, non conosco i numeri della moto, voglio solo una moto che funzioni bene e sia veloce, come ogni pilota“.