Posto di blocco, mai pronunciare queste parole finisci dritto in cella

Al posto di blocco bisogna fare attenzione ad ogni dettaglio, ai comportamenti, ai gesti ma soprattutto alle parole, perché ci sono delle espressioni che rivolte ai vigili, alle forze dell’ordine, qualunque esse siano, possono comportare delle gravi conseguenze.

Posto di blocco
Posto di blocco -Motori.news

Quando ci si rende conto che nei paraggi è presente il posto di blocco della polizia, della stradale o dei Carabinieri, si controlla che in auto tutto sia al posto giusto.

Lo smartphone lontano dal lato guida, la cintura di sicurezza bene allacciata, le luci correttamente accese, la radio a basso volume, eventuali passeggeri a bordo con cintura di sicurezza, bambini sul seggiolino.

Quando tutto sembra essere al posto giusto, arriva l’agente che riesce a trovare quel qualcosa a cui appigliarsi per far scattare la multa. Ovviamente questo causa nervosismo o disagio ma bisogna mantenere i nervi saldi e stare sereni, perché ogni parola fuori posto può peggiorare la situazione.

Come comportarsi quando si è fermi ad un posto di blocco

Capita di dire qualcosa che non andava detto, questo significa commettere un reato grave, tra l’altro non rendendosene nemmeno conto. Quel che ci si deve ricordare sempre è che bisogna pesare le parole e provare a tenere sotto controllo qualunque comportamento.

Al posto di blocco, gli agenti possono mettere in discussione qualunque cosa, qualunque gesto, movimento, parola. In particolare le parole, possono suonare come una minaccia ed ecco che si parla di oltraggio a pubblico ufficiale.

posto di blocco
Multe moto – motori.news

Qual è il reato punibile con 3 anni di carcere o più

Questo illecito può essere punito con la reclusione, fino a 3 anni di carcere. Offendere le forze dell’ordine costa caro, a dirlo è l’articolo 341 bis del Codice Penale. In luogo pubblico o aperto al pubblico offendere un pubblico ufficiale mentre esercita il suo dovere è punibile con la reclusione fino a tre anni.

La pena può aumentare in base al contesto e ai fatti che vengono giudicati poi dalla Corte di cassazione. Il reato può essere considerato tale se al momento dell’offesa, erano presenti altre due persone estranee ai fatti e se il fatto è avvenuto mentre l’ufficiale era in servizio.

Se si vuole un esempio di quello che è considerato oltraggio, la frase che esprime al massimo il concetto secondo il quale le parole hanno un peso soprattutto per la legge, è la seguente “Non mi rompete il… Che .. volete”.

Questa frase che quasi tutti siamo abituati a dire quasi in maniera confidenziale, pronunciata nei confronti di ufficiali in servizio, in una piazza affollata può costare, e costa, molto cara.